Anniversario di progettazione
Mi sono reso conto che cade in questi giorni il 20esimo anniversario del mio primo progetto , concepito , disegnato , costruito ….e venduto .
Puo’ sembrare venale ,ma se un costruttore non riesce a vendere i suoi progetti , per buoni che siano , devono essere considerati dei fallimenti …la dura legge del mercato , non sempre premia il migliore in assoluto , ma c’e’ una componente fortuna , abilita’ , sapersi vendere …e tanto altro .
Ero molto interessato a disegnare e costruire una piccola barca a vela di circa 5/6 metri , che potesse avere le caratteristiche di facilita’ di uso , necessarie ad una scuola vela , e le prestazioni per poter organizzare una classe , e qualche regata , eventualmente .
Questo fu il progettino :
Il problema dell’ epoca , poi risolto dallo sviluppo notevole della nautica in Thailandia e nel sud est Asiatico , era di realizzare il tutto , senza dover importare alcun materiale , per tenere bassi i prezzi .
A Phuket realizzavano delle ottime vele . Le famose Rolly Tasker Sails , con cui avevo un buon rapporto e che mi aiutavano con ottimi prezzi , a far partire i miei progetti .
L’alberatura era un problema all’ epoca . Decisi di realizzare l’ intera alberatura in legno incollato .
Le controventature , che decisi di realizzare in tessile , Dynema .
I tiranti , i blocchi , tutti artigianali , una via di mezzo tra il classico e il moderno . Con le pulegge fatte al tornio in nylon , e il corpo del bozzello in alluminio .
Cordami prodotti localmente …fortunatamente c’erano gia’ allora . Per cui non fu necessario ricorrere alle liane !
Ne venne fuori una barchetta molto semplice , per cui decisi di rifinirla un po’ con una coperta in legno di teak .
Si portavano 4 persone , per l’eventuale scuola , e anche da soli si manovrava bene . Non era una barca acrobatica, naturalmente , e le prestazioni si sarebbero potute migliorare .
Era pero’ un buon punto di partenza e mi diede parecchie soddisfazioni .
Siccome era un po’ simile ad una barca famosissima , ‘the flying dutchman’ , decisi di chiamarla con un po’ di autoironia , ‘the flying italian’ .
Ed eccomi qui , ancora giovane , a provarne una .
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